NFT E BLOCKCHAIN ENTRANO NELL’ARTE: 3 PUNTI CHIAVE

Per tutti gli amanti delle grandi trasformazioni tecnologiche che stanno impattando nell’arte, per i consulenti in arte che vogliono offrire competenza ai propri collezionisti o investitori, per i curiosi che vogliono semplicemente saperne di più, ecco alcuni passaggi essenziali per introdurre NFT E BLOCKCHAIN ENTRANO NELL’ARTE: 3 PUNTI CHIAVE, tratti dal seminario ARP “Economia dell’arte contemporanea”.

Mentre il mondo dell’arte evolve e la consulenza patrimoniale, legale, finanziaria, fiscale incontra il mercato tradizionale gestito per lo più da privati, e-commerce, case d’aste o mercanti di vendita diretta, parallelamente nasce e si sviluppa anche la Blockchain che nasce nel 2008 per regolamentare la cripto moneta Bitcoin.

Block = Blocco e Chain = Catena.

Catena di blocchi, di nodi. Si tratta di un linguaggio chiaro agli informatici, un po’ meno ai consulenti in arte che necessitano di informarsi, studiare e crescere sul tema.

Nel linguaggio informatico alfa numerico (insieme di numeri e lettere), la Blockchain è un libro “mastro”, un registro, una sorta di Bibbia informatica, che rendiconta in modo crittografato definitivo e immutabile, tutte le informazioni inerenti le transazioni monetarie delle criptovalute.

Le transazioni in blockchain sono regolate grazie ai “blocchi” (i blocchi sono unità di dati verificati).

I blocchi sono gestiti in maniera aperta, condivisa e distribuita grazie al fatto che tale registro è pubblico.

I blocchi sono conquistati dal miglior calcolatore informatico che nel minor tempo riesca ad elaborare i dati e ad aggiudicarsi la creazione del nodo, del “blocco” il quale è identificato da un giorno e un’ora certificati.

Nasce con lo scopo di decentralizzare il potere di controllo del sistema bancario, tuttavia la filosofia decade ben presto, non appena la corsa ad aggiudicarsi un blocco porta i grandi investitori ad utilizzare sterminate quantità di calcolatori per aumentare la potenza di calcolo e detenere il potere sui nodi. L’algoritmo che determina questo meccanismo si chiama PoW, Proof of work, prova di fatica, prova di calcolo complesso.

 

Tutto questo cosa c’entra con l’arte? Perché noi Art Advisor dovremmo interessarci di tali complessità informatiche legate al registro delle monete elettroniche?

 

Svilupperò 3 punti d’attenzione:

2 punti conferiscono valore e motivano l’entrata dell’arte nel mondo della blockchain.

Il punto 3 crea delle attenzioni, pone dei dubbi e propone un approccio consapevole e attento.

 

NFT E BLOCKCHAIN ENTRANO NELL’ARTE: 3 PUNTI CHIAVE:
1 – NFT E ARCHIVIAZIONE DOCUMENTALE

NFT = Not Fungible Token. Token non fungibile.

In Blockchain, il token è come una fish del casinò: un qualcosa che in sè non ha valore ma che rappresenta un valore attribuito. Finito il gioco, si effettua un cambio: un certo numero di fish rappresentano un determinato quantitativo di denaro riscuotibile.

Qesto tipo di token è detto fungibile, ovvero divisibile (mezzi o quarti di moneta) e moltiplicabile (100, 1000 Dollari o altra moneta).

In blockchain è la stessa cosa: la cripto moneta è fungibile (mezzo Bitcoin, un quarto di Bitcoin, oppure 100 o 1000 Bitcoin).

Il registro blockchain, grazie alla sua tecnologia informatica, ci consente di creare anche dei Token NON fungibili (non divisibili, non moltiplicabili) che garantiscono l’unicità della transazione e della registrazione in una data ora e giorno in smart contract (contratto che definisce l’autenticità e l’unicità dell’NFT).

 

Qui potete vedere un reale NFT da me prodotto, dal mio wallet, obliterando il brand del mio partner e quello dell’exchange relativo alla cripto moneta che uso abitualmente.

Interessante vedere il codice hash univoco, l’ora e il giorno, l’altezza del blocco.

Questo NFT è volutamente senza alcun asset sottostante, lo uso per formare e informare.

Tuttavia è valido, potrei decidere di metterlo in vendita in qualche marketplace di NFT.

Con queste attestazioni univoche, mai più modificabili e integrabili nei nodi successivi, posso determinare un vero e proprio archivio per le mie opere d’arte! Si, quelle del mondo reale, non digitali!

L’NFT può rappresentare in blockchain qualcosa di valore nel mondo reale. Al momento della creazione del suddetto smart contract, posso abbinare all’hash (codice identificativo e mai più modificabile) tutta la documentazione possibile: provenienza, proprietà, expertise, condition report, e via dicendo.

Un registro pubblico e mai più modificabile che mette al sicuro l’archivio della mia collezione.

Questo è l’utilizzo che più si apprezza e che avrà un grande futuro: lo smart contract, l’NFT come strumento di autenticità, provenienza, proprietà delle opere d’arte presenti nel mondo reale.

 

2 – CRIPTOARTE E MARKETPLACE

Come valorizzare la blockchain nell’arte anche in altro modo? Se è vero che lo smart contract è unico indivisibile e irripetibile, allora si risolve l’annosa questione di come autenticare l’arte digitale e l’arte soggetta a riproducibilità tecnica come la fotografia o i multipli d’autore.

Ecco che nasce la criptoarte! Quella forma d’arte che, finalmente, vede l’attribuzione di autenticità grazie al codice alfanumerico hash abbinato al file dell’opera corredato anche di provenienza, proprietà, video dell’artista, e tutto ciò che il mercante vuole aggiungere a corredo di valorizzazione.

Il boom delle aste di criptoarte sostenuta da NFT, dimostra l’interesse crescente del mercato verso questa grande innovazione tecnologica. Un boom che potrebbe esplodere come una bolla, è vero, e passare come una moda lasciando dietro a sè, comunque, ciò che continuerà a contare nel tempo: un nuovo strumento di autenticazione e archiviazione dell’arte digitale, certo e verificabile, pubblicato e consultabile.

 

3 – SOSTENIBILITÀ: PoW? PoS?

Nel corso dell’articolo abbiamo citato l’algoritmo Proof of Work (PoW) come un algoritmo di “prova di forza” nel calcolo.

Per poter raggiungere il blocco prima di chiunque altro, occorre avere una tale potenza di calcolo da richiedere molti calcolatori al lavoro simultaneamente.

Questo ha portato alcuni investitori a creare intere città dedicate a questo scopo. 

Questo meccanismo è incredibilmente energivoro e riguarda prevalentemente la prima tecnologia in blockchain legata al Bitcoin. Tecnologia che oggi appare già obsoleta e pachidermica.

Oggi vi è la possibilità di lavorare in modo più sostenibile e veloce tanto che gli esperti coinvolti nelle strategie SRI (Sustainable Responsible Investment: sono strategie di investimento che integrano criteri di sostenibilità, vale a dire, gli aspetti ambientali, sociali e di governace o ESG) stanno prestando attenzione alla possibilità alternativa al PoW: il PoS, ovvero Proof of Stake, prova della posta in gioco, banalmente al miglior offerente viene ceduto il blocco. Questo alleggerisce l’impatto di calcolo e liberalizza il mercato, cosa che era insita nella filosofia alla base dalla nascita della moneta Bitcoin.

 

Cosa può rimanerci di utile alla fine di questa breve, e non esaustiva, riflessione:

Grazie alla tecnologia blockchain, risolviamo annosi problemi di due diligence sulle opere d’arte, di expertise, autenticazione, provenienza, proprietà, grazie ad un registro pubblico, verificato a nodi di dati inalterabili e mai più modificabile al nodo precedente. Al nodo successivo, possiamo fare integrazioni, ma mai più cancellare o modificare il dato.

Inoltre, grazie all’NFT, abbiamo un token che rappresenta asset sottostanti su cui investire e al tempo stesso certificano l’autenticità di opere dapprima difficili da autenticare: l’arte digitale, la fotografia, e via dicendo.

Abbiamo visto insieme come occorra prestare attenzione agli aspetti legati alla sostenibilità.

E con queste parole ti lascio intuire come il presente, ed il futuro dell’arte, evolverà grazie a questa rivoluzione tecnologica.

 

 

Deborah Mendolicchio

Consulente in Arte

Tutor d’orientamento e formatore ARP