Negoziazioni d’arte: 3 cose da non fare per gestire positivamente un conflitto

Oggi parliamo di Negoziazioni d’arte: 3 cose da non fare per gestire positivamente un conflitto, argomento approfondito dalla studentessa ARP – Master Il consulente in arte professionista, Dott.sa Gaia Romano.

La negoziazione, nel conflitto, è una vera scienza, che deve essere studiata e messa in pratica se
si vuole riuscire ad ottenere il meglio per le parti, senza venir meno alla propria professionalità.

I passi falsi che si possono effettuare in qualsiasi momento della negoziazione sono diversi, ma in particolare i 3 aspetti che verranno a breve trattati, rischiano di comprometterne l’esito.

Alla nascita di un conflitto, dove gli interessi e i bisogni dei protagonisti divergono, il nostro ruolo è quello di dirimerlo comprendendo al meglio la situazione che ci si pone davanti, presentandoci preparati davanti ai nostri interlocutori.

Per poter arrivare a ciò si consigliano vivamente di effettuare approfondite ricerche e di conoscere le persone che avremo davanti e i loro punti di vista. A quel punto, bisognerà tenere a mente quanto segue.

Negoziazioni d’arte: 3 cose da non fare per gestire positivamente un conflitto
1 – Non ascoltare attivamente:

Iniziare la nostra negoziazione ascoltando, vuol dire gettare le
fondamenta per un’ottima riuscita. Non effettuare questo passaggio implica rischiare di non
comprendere i punti di vista altrui e di non avere chiaro il quadro d’insieme del conflitto. Non
ascoltare attivamente ci preclude quindi la possibilità di ottenere le informazioni necessarie,
facendo così basare la nostra negoziazione solo su nostre supposizioni. Dobbiamo pertanto
imparare, in questi momenti, ad ascoltare meno noi stessi e di più le persone che abbiamo
davanti, collaborando con loro. Non bisogna infine dimenticare di “ascoltare” anche i
sentimenti e la gestualità che talvolta non ci sono raccontate, ma vengono espresse in
maniera diversa. Ascolta, valorizza e rispetta quel che il tuo interlocutore è lì per dirti.

2 – Non saper gestire le emozioni:

Dopo aver compreso chi abbiamo davanti e il motivo per cui si rivolge a noi, è importante

riuscire a gestire non solo le emozioni delle parti, che rischiano
spesso di scaldarsi, ma anche le proprie. Se il negoziatore non sa controllare le sue emozioni,
saranno infatti le sue emozioni a controllare lui. Assumendo che gli attori di un accordo non
sono sempre razionali, dobbiamo ricordare anche che è però per noi possibile saper gestire
razionalmente le emozioni. Il modo in cui un negoziatore gestisce le emozioni spesso
determina il risultato di una negoziazione. A questo sforzo comunque, non deve venir meno
la capacità di empatizzare con i soggetti e di identificare le emozioni altrui.

3 – Non saper gestire il tempo:

O, meglio, non dare il giusto tempo. I primi due errori trattati, infatti,
sono spesso frutto della cattiva gestione del tempo e della fretta con cui intraprendiamo la
nostra negoziazione. Non solo questo è controproducente durante i passaggi evidenziati
finora, ma anche al risultato stesso. È importante quindi non cedere alla voglia di concludere
il problema velocemente, dando più importanza alla conclusione che al processo stesso. La
nostra pazienza ci aiuterà quindi ad ascoltare più attentamente e a gestire meglio le
emozioni. È infine utile ricordare, prima dell’inizio della negoziazione, il tempo che si ha a
disposizione e che eventualmente sarà possibile protrarre il discorso in un altro momento
da concordarsi: ciò sarà utile sia a mantenere i propri impegni che a denotare di essere
disponibili a non interrompere il negoziato fino a che tutte le parti non si riterranno
soddisfatte.

 

Effettuare questi errori rischia non solo di deludere le aspettative di un cliente ma di compromettere
la fiducia nei nostri confronti. È importante quindi non perdere mai di vista questi 3 passaggi, validi
ed indispensabili anche qualora dovessimo applicare le nostre conoscenze in un conflitto che verte
sull’arte. Proprio la complessità di questo ambito richiede maggiore considerazione dei tre
punti esposti, al fine di poter indirizzare il conflitto verso la migliore risoluzione possibile. Ciò è
necessario non solo per le persone protagoniste della negoziazione ma anche per il rispetto che
dobbiamo al soggetto di tale divergenza: l’arte

 

Gaia Romano è una studentessa ARP,

Master: Il consulente in arte professionista,

vincitrice del contest interno al percorso

d’apprendimento chiamato:

PAROLA ALLO STUDENTE.

Lo studente è chiamato a

trasmettere quello che impara

nella formula “esperto della materia“.